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Hamstrings Distali: il Motore Invisibile per Decelerare, Atterrare e Proteggere il Ginocchio

Quando si pensa agli hamstrings, l’attenzione va quasi sempre alla parte prossimale: estensione d’anca e stacchi ; ma è la porzione distale, quella più vicina al ginocchio, a determinare come l’arto inferiore gestisce la trazione e la rotazione tibiale nei momenti più impegnativi: atterraggi, cambi di direzione, frenate rapide.


In queste situazioni non “assorbiamo” forza: la gestiamo, la ridistribuiamo e la indirizziamo attraverso femore e tibia. Se gli hamstrings distali non sono capaci di controllare questo scambio – soprattutto nei primi millisecondi di decelerazione , la linea di carico si concentra su poche strutture (tendine, capsula, comparto postero-laterale). Il risultato è un ginocchio che subisce la meccanica invece di governarla.Ecco perché allenare la porzione distale degli hamstrings non è un dettaglio anatomico, ma una strategia per migliorare efficienza meccanica, tolleranza al carico e qualità della rotazione tibio-femorale.


A chi è utile lavorare la porzione distale degli hamstrings?


Questo lavoro è particolarmente utile per chi presenta:

dolore posteriore o postero-laterale di ginocchio,

scarsa tolleranza alla flessione tibiale in catena chiusa,

difficoltà a controllare la rotazione tibiale rispetto al femore,

pattern in cui il femore domina troppo (e la tibia finisce per “subire”).


Perché?

Gli hamstrings distali hanno il compito di gestire la trazione e la rotazione della tibia, contribuendo a ridistribuire il carico quando la linea di forza passa vicino al ginocchio. Se questa regione non è sufficientemente forte o tollerante, ogni spinta, frenata o controllo della tibia diventa più costoso dal punto di vista meccanico, e le forze tendono a concentrarsi sempre nelle stesse strutture.Allenare questa porzione significa migliorare la capacità del ginocchio di accettare, orientare e distribuire il carico senza irritarsi.


Perché una forza perpendicolare alla tibia carica soprattutto la zona distale?

Quando la forza applicata al tallone è perpendicolare alla tibia, il momento esterno risultante agisce principalmente sul segmento tibiale e non sul femore. Questo riduce il contributo dell’estensione d’anca (perché la linea di forza non “tira” il femore indietro) e aumenta il carico su ciò che deve controllare il movimento tibiale: gli hamstrings distali.


Motivazione biomeccanica:Una forza perpendicolare genera un momento rotazionale maggiore sul segmento a cui è applicata. Qui è la tibia.

→ più richiesta di controllo tibiale

→ maggiore coinvolgimento della porzione distale dei femorali

→ minore richiesta di estensione d’anca

→ più lavoro locale sul ginocchio, meno globale sull’anca.


In pratica: se il vettore esterno agisce “contro la tibia”, allora il ginocchio diventa il punto meccanico più coinvolto, e gli hamstrings distali diventano i primi responsabili di gestire quel carico.


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Gymball vs Roller: cosa cambia davvero nella leg curl?

La leg curl su gymball offre un carico più distribuito e una richiesta minore sulla tibia, perché la superficie più alta e instabile della palla induce il femore a partecipare di più al movimento. L’instabilità crea micro-rotazioni dell’anca che spostano parte del lavoro verso il controllo femorale, riducendo la richiesta specifica alla porzione distale degli hamstrings. In pratica: più co-contraazione globale, meno “pressione meccanica” diretta sull’inserzione distale.


La leg curl su roller/sliders, invece, è molto più tecnica e segmentale: essendo più basso, aumenta il braccio di leva e quindi il momento esterno sulla tibia. Questo costringe il ginocchio a gestire forze più dirette e lineari, con minor intervento compensatorio del femore. Il risultato è un carico molto più netto sulla porzione distale degli hamstrings e una maggiore richiesta di controllo tibiale in flessione. In termini biomeccanici: più lavoro locale, meno dispersioni.



Perché la rotazione esterna (di tibia o femore) è un compenso?

Che cosa lavora e perché non va bene?


1️⃣ ROTAZIONE ESTERNA DEL FEMORE (ER femorale / acetabolare)

Perché compare:Quando la parte distale degli hamstrings non riesce a controllare la trazione sulla tibia, il corpo cerca stabilità “a monte”, cioè all’anca.

Cosa lavora al posto dei femorali distali:

gluteo massimo (fibers upper)

gluteo medio posteriore

piriforme e rotatori profondi


Questi muscoli extraruotano il femore per creare una posizione più stabile del bacino.


Perché è un compenso:La rotazione esterna del femore:

cambia la linea di trazione dei femorali,

accorcia la catena laterale,

riduce la richiesta di controllo tibiale,

sposta il lavoro verso l’anca e lontano dal ginocchio.

In altre parole: l’anca prende il carico che doveva andare alla parte distale degli hamstrings.


Il ginocchio “sparisce” dal movimento → la specificità del lavoro distale si perde completamente.


2️⃣ ROTAZIONE ESTERNA DELLA TIBIA (ER tibiale)

Perché compare:Quando la tibia non riesce a sostenere la trazione in linea, ruota esternamente per allinearsi con una linea di forza più “comoda” da gestire.

Cosa lavora al posto dei femorali distali:

bicipite femorale capo lungo (più laterale)

bandelletta ileotibiale

peronieri (supporto laterale)

gastrocnemio laterale

Questi muscoli, più forti e più “grossi”, possono aiutare a stabilizzare lateralmente la tibia in rotazione esterna.


Perché è un compenso:ER tibiale:


sposta la tensione dal centro della tibia alla linea laterale,

fa lavorare molto più il bicipite femorale laterale rispetto ai semitendinoso/semimembranoso,

riduce il momento flettente puro tibiale,

rende più facile la fase eccentrica raccorciando i tessuti che avrebbero dovuto allungarsi.

Risultato: gli hamstrings distali non ricevono lo stimolo segmentale che vogliamo allenare → il ginocchio non aumenta la propria tolleranza locale.


La chiave è capire da dove proviene la rotazione:


Se il ginocchio cade verso l’esterno seguendo il piede, la rotazione è femorale/acetabolare. Il femore ruota in ER perché l’anca cerca stabilità, tirando il carico lontano dalla tibia. È il tipico compenso quando il femore domina rispetto alla tibia.


Se invece il ginocchio cade verso l’interno rispetto al piede, la rotazione avviene sulla tibia. Qui la tibia ruota internamente per trovare una posizione più “facile” per i flessori, riducendo la tensione distale richiesta in quel punto del ROM. È un segno di scarsa tolleranza specifica alla trazione tibiale.

Monitorare la relazione piede → ginocchio → femore nella fase finale del curl permette di capire se chi sta eseguendo sta usando davvero la linea di forza desiderata (distale tibiale) o se sta reindirizzando il carico verso l’anca per mancanza di controllo locale.


In sintesi: la direzione in cui “cade” il ginocchio rivela quale segmento sta tentando di salvare la situazione e da quale struttura il corpo sta cercando di togliere il carico.


Come correggere i compensi: cue segmentali e setup intelligenti

Per bloccare la rotazione esterna del femore, un ottimo strumento è il foam roller tra le ginocchia: obbliga i femori a rimanere in una leggera rotazione interna, impedisce all’anca di “scappare” in ER e mantiene la linea di trazione degli hamstrings più centrata. In pratica, il femore non può deviare il carico → la tibia è costretta a lavorare.

Per evitare che la tibia ruoti esternamente e che il ginocchio “scivoli” verso l’interno o l’esterno rispetto al piede, puoi utilizzare cue diretti sul piede:

“Mantieni le dita dritte avanti”

“Spingi con l’angolo mediale del tallone”

“Non lasciare che il tallone apra o chiuda la linea”


Il piede è il segmento più veloce da riposizionare, e controllarlo crea automaticamente un allineamento più corretto tra tibia e ginocchio.

 
 
 

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